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HIDE

Portatori della Divina Misericordia

Nella domenica della divina misericordia, la seconda domenica di Pasqua, permettetemi di fare la riflessione attraverso i tre persone con...

Nella domenica della divina misericordia, la seconda domenica di Pasqua, permettetemi di fare la riflessione attraverso i tre persone contenute nelle letture di oggi: Pietro con gli altri Apostoli, Giovanni il discepolo prediletto, e Tommaso. Erano tutte persone che hanno sentito l'amore di Dio nei loro cuori nei momenti della loro imperfezione, durante i loro momenti di debolezza, e nel tempo delle loro fragilità. I loro cuori erano rotti, frantumati, ma sono stati rigenerati da Gesù.

Pietro e il resto dei dodici non erano i più puri, immacolati, e perfetti tra tutti gli uomini del mondo. Erano normali, persone con la testa dura, proprio come ognuno di noi. Ciò che li rende straordinari sono i loro cuori imperfetti, perfezionati dalla presenza della Misericordia e dell’Amore di Dio. Le imperfezioni del loro cuore hanno fatto spazio a Dio e permettergli di abitare in loro. Le loro imperfezioni li hanno resi santi, e gli conferito il potere di amare più di come un uomo potrebbe mai amare. Le loro imperfezioni avevano dato loro la possibilità di portare altri cuori spezzati a diventare come santuari del Divino Amore. Le loro imperfezioni avevano rafforzato la loro fede nel Dio dell’Amore. La conoscenza e l'accettazione dei loro fallimenti non li hanno resi colpevoli, piuttosto li hanno fatti sentire peccatore, e quindi in grado di convertirsi.

Giovanni aveva tanto amore per Gesù nel suo cuore e così ha scritto il Vangelo dell'Amore. Ha parlato del l'Amore del Padre, del Figlio, e dell'incarnazione dell'Amore; Ha scritto della misericordia incondizionato di Gesù mentre era sulla croce, dopo la croce e dopo la risurrezione; fino alla sua seconda venuta. Ha mostrato come Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Unigenito Figlio per noi in modo che noi possiamo sentire il suo amore divino. Inoltre, nel caso di Tommaso, la sua imperfezione, i suoi dubbi lo hanno portato a crescere nella fede, fino alla solenne confessione: “Mio signore e mio Dio”.

Che cosa ci dice questo? Ci dice, che anche noi siamo peccatori, dubbiosi, ostinati, superbi, arroganti, imperfetti, ma possiamo trovare la Divina Misericordia nella nostra vita. E questa misericordia si può trovare solo nei cuori abitati da Dio risiede, dove Dio fa sentire il suo amore divino e misericordioso. Il nostro cuore è il sacro santuario di Dio in noi. E quindi c’è la necessità per noi di aggiungere questo santuario, la nostra cuore imperfetto, ferito, con cicatrice, ma sacro cuore, per essere in grado di credere veramente in Gesù, credere nella Divina misericordia nell'amore di Dio e dire che Lui è nostro signore, è nostro Dio.

Quante ferite abbiamo nel nostro cuore? Quante cose impure abitano nei nostri cuori? Quante limitazioni abbiamo, debolezze, peccati, disabilità, fragilità fisiche e mentali, nelle nostre relazioni interpersonali? Vi dico cari amici, se rifiutiamo queste imperfezioni della nostra vita e dimentichiamo di accettare la nostra fragilità, Dio non avrà mai uno spazio in noi. Perché è quando siamo feriti che il guaritore divino viene a noi. Vi ricordate quello che Gesù ha detto? "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori".

La santità non consiste nell’essere perfetto, o nell’essere puro. La santità è l'accettazione dei fallimenti della nostra vita e dare la possibilità a Dio di risiedere nel nostro cuore. E poi cambiarlo in un cuore che ama. Questa è la santità che il Cristo Risoto aveva insegnato ai suoi discepoli prima e dopo la risurrezione.

Vorrei concludere questa riflessione con una vecchia storia che ho sentito alcuni anni fa e ho sentito di nuovo la settimana scorsa. E 'la storia di come si produce una perla. Le ostriche, come tutti sappiamo sono i grandi produttori di perle preziose. La perla comincia la sua vita all'interno del guscio di un'ostrica quando c'è un'intrusione, come per esempio, un granello di sabbia o una spazzatura, scivola tra uno dei due gusci di ostriche, e lo strato protettivo che copre gli organi del mollusco. In vista di proteggersi dall'irritazione, l'ostrica inizierà rapidamente a coprire il corpo estraneo con strati di madreperla, che coprirà il granello di sabbia fino a formare la gemma iridescente.

Nel produrre queste perle preziose, le ostriche hanno dovuto soffrire, essere ferite, essere irritate da una particella esterna indesiderata. Se l'ostrica non ha avuto queste sofferenze, è ha rimasto perfettamente senza la particella indesiderata, e rimasta pulita e perfetta, non può produrre una perla e riemanerà vuota. Un’ostrica senza perla non ha valore.

Cari amici, anche se siamo peccatori e abbiamo cuore ferito, oggi è il momento di convertirlo come santuario del Divino Amore, come Pietro, come Giovanni, come Tommaso hanno fatto.

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